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Le 3R della sostenibilità

Le tre R della sostenibilità si riferiscono a un popolare concetto di gestione dei rifiuti che sta per Ridurre, Riutilizzare e Riciclare. Senza perdersi in ciance, vediamole assieme!

Le 3 R della sostenibilità.

Il concetto delle tre R è stato introdotto per la prima volta negli anni ’70 per promuovere la riduzione dei rifiuti e la conservazione delle risorse. L’idea ha poi guadagnato popolarità sull’onda del movimento ambientalista di quegli anni e da allora è diventato un approccio ampiamente riconosciuto.

Le tre R della sostenibilità stanno per

  • RIDUZIONE DEL CONSUMO
  • RIUTILIZZO QUANDO POSSIBILE
  • RICICLAGGIO DEL RIMANENTE

A dire il vero, le tre R non hanno la stessa priorità in ottica di sostenibilità. E’ infatti risaputo che il maggior impatto sia legato alla riduzione del consumo, seguendo la logica per cui se la plastica non viene prodotta, questa non diventerà mai un problema di cui occuparsi. Proseguendo, si trova poi il riutilizzo, che permette di aumentare la vita utile della plastica massimizzando il bilancio costi-benefici in ottica LCA (o Life Cycle Assessment). Infine, il riciclaggio è l’ultima carta da giocare per rivalorizzare il rifiuto ed evitare che finisca nell’indifferenziato.

Virgolette aperte
Virgolette chiuse

Ma cosa significa in pratica per la plastica?

Dato che in questo spazio ci occupiamo della sfera della plastica, vediamo ora più in dettaglio il significato di ciascuna delle tre R declinato per questo materiale.

  1. La prima R: uno dei modi migliori per ridurre al minimo l’inquinamento da plastica è ovviamente quello di ridurre il consumo di plastica convenzionale. Ciò può essere ottenuto in diversi modi! Innanzitutto creando prodotti più durevoli superando l’ormai diffuso mondo del monouso, del fast fashion e dell’obsolescenza programmata. Per indirizzare i consumi, oltre a campagne di sensibilizzazione del consumatore e a richiami a prese di responsabilità ai produttori, i governanti hanno altre armi da mettere in campo, come il divieto di messa in commercio per prodotti particolarmente dannosi e inquinanti. La leva commerciale può essere inoltre applicata per scoraggiare l’uso della plastica convenzionale con l’introduzione di tasse specifiche, come la Plastic Tax. D’altra parte, si possono ricercare e sponsorizzare alternative sostenibili, magari completamente prive di plastica, come come cannucce di metallo o di vetro, sacchetti della spesa riutilizzabili e bottiglie d’acqua di vetro ricaricabili. Un’altra soluzione ancora potrebbe venire dalle bioplastiche, che se biodegradabili e compostabili potrebbero almeno in parte sostituire la domanda di plastiche convenzionali.
  2. La seconda R: la seconda R include il riutilizzo vero e proprio della plastica per l’uso per cui era stata creata, ad esempio il riutilizzo di sacchetti di plastica per la spesa o il riempimento ripetuto dei contenitori di plastica con prodotti liquidi, come detersivo, shampoo o sapone. Attenzione, le bottiglie di plastica PET per uso alimentare sono monouso e NON è previsto il loro riutilizzo! C’è poi l’upcycling, ovvero la trasformazione dei rifiuti di plastica in prodotti utili. Ad esempio, i sacchetti di plastica della spesa possono essere usati come sacchetti della spazzatura o intrecciati in tappeti o stuoie. Le bottiglie di plastica possono essere utilizzate per creare mobili da esterno… e non solo: la plastica può essere riutilizzata per progetti artistici e artigianali, da gioielli a oggetti decorativi creati con bottiglie, tappi e molto altro. Infine, alcuni tipi di plastica possono essere riutilizzati come materiali da costruzione.
  3. La terza R: il corretto riciclaggio dei rifiuti di plastica è essenziale per ridurre l’inquinamento dei prodotti che non possono essere più riutilizzati. Ci sono molti attori coinvolti che possono e devono cooperare: i produttori nella creazione di prodotti formati da parti monomateriale facilmente separabili e differenziabili; i consumatori nel corretto conferimento dei rifiuti -per aiutarvi abbiamo proposto qui la nostra guida-. Infine, per portare a termine il processo del riciclo deve essere messa in piedi una filiera capace di rendere i rifiuti riciclati una vera risorsa. Tale processo deve essere economicamente valido, sicuro e scalabile per essere interessante per gli operatori privati.

Questo non è abbastanza! Dovremmo anche incoraggiare le imprese e i governi ad agire, sostenendo e promuovendo politiche ambientali di larghe vedute. Fondamentale è anche educare grandi e piccoli sui pericoli dell’inquinamento da plastica e così incoraggiare il cambiamento. In effetti, oggi si parla non solo delle tre R della sostenibilità, ma spesso si fa riferimento alle cinque R, o addirittura alle nove R! Ma questo lo vedremo più in dettaglio in un articolo dedicato.

Perché dovremmo occuparcene?

Ci sono diversi motivi per cui dovremmo preoccuparci del ciclo di vita della plastica:

  1. L’inquinamento da plastica è un grave problema ambientale: possono volerci centinaia di anni per abbattersi e gran parte finisce negli oceani del mondo, dove danneggia la vita marina e gli ecosistemi.
  2. I rifiuti di plastica influiscono sulla salute umana: le sostanze chimiche dei prodotti in plastica possono penetrare nel cibo e nell’acqua, causando potenzialmente problemi di salute come cancro, problemi riproduttivi e problemi di sviluppo.
  3. È un problema che riguarda tutti: l’inquinamento da plastica è un problema che riguarda tutti: non importa dove vivi o quanti soldi hai, tutti sono in qualche modo colpiti dall’inquinamento da plastica.
  4. È prevenibile: ci sono misure che possiamo adottare per ridurre la nostra dipendenza dai prodotti in plastica e ridurre al minimo il nostro impatto sull’ambiente.

Nel complesso, la questione ambientale della plastica è un problema globale critico che richiede attenzione e azione urgenti e dovremmo preoccuparcene perché influisce sulla nostra salute, sulla salute del pianeta e sul benessere delle generazioni future.

Cosa ricordare

Le tre R si riferiscono a un concetto di gestione dei rifiuti che sta per Ridurre, Riutilizzare e Riciclare. Applicate al mondo della plastica questo significa innanzitutto ridurre il consumo di plastica, attraverso divieti, tasse e la messa in campo di alternative sostenibili. Il riutilizzo comporta invece la possibilità di usare un oggetto o imballaggio di plastica più volte prima che si trasformi in rifiuto, come ad esempio per i contenitori per i liquidi. Infine, il riciclaggio permette di rivalorizzare il rifiuto rendendolo nuovamente una risorsa.

Ulteriori informazioni

Video Youtube (esterno, in inglese) per bambini sulle 3 R: qui